Crioablazione cancro mammella

Sono ancora pochi gli studi sulle tecniche ablative percutanee del cancro della mammella e riguardano sopratutto termoablazione con radiofrequenza eseguite per via eco-guidata. Ancora meno i radiologi interventisti che utilizzano come sistema ablativo la crioterapia sotto controllo TC.

La crioterapia rispetto alla termoablazione ha degli indubbi vantaggi, prima di tutto non è dolorosa mentre la termoablazione richiede una sedazione piuttosto profonda. Il dolore al risveglio dopo termoablazione è abbastanza importante e necessita di terapia di supporto mentre dopo crioablazione mammaria  non  è assolutamente presente dolore ed il paziente può essere dimesso in giornata.

La necrosi ottenuta con la crioablazione è netta e facilmente controllabile con la visualizzazione dell’iceball. Ciò consente di evitare danni alle strutture sane circostanti.

La crioablazione si può utilizzare su più punti contemporaneamente, nella stessa seduta,  per distruggere un tumore mammario multifocale (su più sedi) o eventuali linfonodi metastatici in sede ascellare (non fattibile con la termoablazione per l’alto rischio di danno alle strutture vicine).

Il caso che segue riguarda proprio la crioablazione di un cancro mammario di 3,2 cm e di un linfonodo metastatico ascellare di 2 cm.

CASO CLINICO

Donna di 54 anni in cura da tre anni per un carcinoma della mammella sinistra più metastasi linfonodale ascellare omolaterale e 2 metastasi a livello costale e del bacino. Sottoposta a chemioterapia risponde bene a livello delle metastasi ossee ma risponde solo parzialmente a livello del tumore primitivo mammario che tende a progredire di dimensioni nel tempo. Viene proposta l’ablazione chirurgica della mammella con svuotamento ascellare Sn che la paziente rifiuta. Viene proposta la terapia locoregionale con crioablazione mammaria ed ascellare che la paziente accetta di eseguire.

A) Ricostruzione TC che evidenzia il tumore mamario situato nel QSI della mammella Sn e del linfonodo ascellare metastatico omolaterale (frecce) (fig 1);

B) Ricostruzione volumetrica del torace che dimostra il tumore mammario e la metastasi linfonodale con il rapporto della lesione con le grosse strutture vascolari (arteria e vena ascellare) (fig. 2);

C) Posizionamento per via percutanea TC-guidata delle sonde e della termocoppia che consente di misurare la temperatura durante il trattamento (fig 3);

D) Criosonde posizionate nel tumore mammario e nel linfonodo ascellare; aspetto TC (fig 4);

E) Ricostruzione volumetrica del posizionamento delle criosonde, prima di iniziare la crioablazione (fig 5);

F) Aspetto del tumore prima (figura a Sn) e dopo trattamento di crioablazione (dopo 1 mese) che dimostra l’assenza di presa di contrasto della massa ablata indicativo della necrosi tumorale completa (fig 6);

G) Necrosi del Linfonodo ascellare al controllo TC a distanza di un mese dal trattamento (fig 7, img a dx).

Il controllo a distanza di 8 mesi ha dimostrato la completa remissione del tumore e del linfonodo metastatico dove residua solo un minimo ipessimento tissutale (VEDI PDF)