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Metastasi ossee: cementoplastica con l’inserimento di viti cannulate

Nel trattamento delle metastasi ossee, ci troviamo spesso di fronte a situazioni molto diverse tra loro, che variano in base alla localizzazione e all’estensione della lesione. In molti casi, soprattutto quando le metastasi si trovano in distretti critici come il collo del femore, la testa del femore, la regione intertrocanterica o le diafisi femorali, l’intervento esclusivo con tecniche come la termoablazione o la crioablazione associata a cementoplastica non garantisce una sufficiente resistenza biomeccanica dell’osso. Anche se il paziente ottiene un immediato miglioramento del dolore e recupera parzialmente la mobilità, infatti, l’osso trattato resta fragile e tende a fratturarsi in alcuni casi. Il tutto con la conseguente necessità di un intervento chirurgico invasivo, spesso con posizionamento di protesi. Per prevenire questo rischio, abbiamo introdotto un approccio integrato che unisce cementoplastica delle metastasi ossee con l’inserimento di viti cannulate in titanio. Procedura che consente di rinforzare meccanicamente l’osso mantenendo l’approccio mini-invasivo, adatto anche a pazienti fragili o non candidabili a chirurgia tradizionale.

Entriamo allora nei dettagli di questo intervento.

Cementoplastica delle metastasi ossee: tecnica mini-invasiva e sintesi metallica per il rinforzo osseo

Come anticipato, nel trattamento delle metastasi ossee avanzate, una delle criticità principali è rappresentata dall’assenza di una vera e propria sintesi metallica di supporto. Per questo motivo, abbiamo iniziato a impiegare viti cannulate da inserire per via percutanea. Una procedura generalmente riservata a chirurghi ortopedici o neurochirurghi, ma che oggi possiamo eseguire anche noi come radiologi interventisti, con tecniche guidate da TAC ad alta precisione.

Le viti utilizzate sono in titanio, quindi perfettamente tollerate dal paziente e permanenti, cioè non necessitano di rimozione. Presentano una struttura forata centralmente, con fori laterali, e vengono inserite direttamente nel focolaio osteolitico. Dopo il posizionamento, viene poi effettuata la cementoplastica, che ha il duplice scopo di fissare la vite e riempire la cavità tumorale, aumentando ulteriormente la stabilità dell’osso.

Trattamento delle metastasi ossee con cementoplastica e viti in titanio

Calibro e precisione del posizionamento

A livello femorale, utilizziamo viti di calibro importante, generalmente con diametri di 9 – 9,5 mm, disponibili in diverse lunghezze a seconda della sede da trattare. Per esempio, nel trattamento delle metastasi nella testa o nel collo del femore, è necessario coprire una lunghezza sufficiente per garantire la tenuta della vite lungo l’intera struttura portante.

A livello vertebrale, invece, impieghiamo viti peduncolari cannulate da 4,5 mm di diametro, leggermente inferiori al diametro medio del peduncolo. Per questa ragione il margine di errore nel posizionamento è minimo, ed è indispensabile una guida radiologica TAC che consenta una precisione millimetrica. Nonostante la complessità anatomica, l’utilizzo sistematico della guida TC ci permette di inserire le viti con elevata accuratezza. Senza necessità di esporre chirurgicamente il focolaio.

Cementoplastica delle metastasi ossee con viti cannulate: indicazioni, sicurezza e risultati clinici

Abbiamo avviato questo tipo di trattamento circa 15 anni fa, trattando finora oltre 30 pazienti con gravi metastasi ossee, spesso accompagnate da dolore severo e difficoltà significative nella deambulazione. I risultati sono stati estremamente positivi. In tutti i pazienti si è osservato un miglioramento della capacità di camminare e una netta riduzione del dolore, anche nei casi più compromessi.

La procedura è stata eseguita in anestesia locale, con incisioni minime di circa un centimetro. Il focolaio non è stato esposto, riducendo così drasticamente il rischio di infezioni e complicanze intraoperatorie. In nessuno dei pazienti trattati, infatti, si sono verificate infezioni, dislocazioni o posizionamenti errati delle viti. Questi risultati confermano la sicurezza e l’efficacia della tecnica, che oggi continua ad affermarsi come uno standard emergente nel trattamento delle metastasi ossee mediante cementoplastica con rinforzo meccanico.

Una nuova frontiera per la radiologia interventistica: verso trattamenti sempre più completi

L’evoluzione della procedura ha previsto, in alcuni casi selezionati, anche l’associazione di una termoablazione preliminare o di un debulking tumorale. Ovvero una rimozione parziale del tessuto neoplastico prima dell’inserimento della vite. Questo approccio combinato — termoablazione, vite cannulata, cementoplastica — consente di:

  • trattare in modo radicale la metastasi;
  • stabilizzare l’osso;
  • migliorare la qualità di vita del paziente oncologico.

In particolare, abbiamo già eseguito 6 interventi con debulking intralesionale in pazienti con lesioni ossee di grandi dimensioni. Nei prossimi anni, sarà allora fondamentale stabilire con maggiore precisione in quali pazienti questo approccio integrato possa offrire i migliori benefici clinici.

cementoplastica delle metastasi ossee con inserimento di viti cannulate

Nel frattempo, i risultati preliminari del nostro lavoro sono stati presentati al meeting WCIO (World Conference on Interventional Oncology) di New York. Una preziosa occasione nella quale abbiamo potuto confrontarci con colleghi di tutto il mondo sull’efficacia e sulle prospettive future di questa tecnica. 

Certo è che la cementoplastica delle metastasi ossee con inserimento di viti cannulate si sta affermando come una procedura fondamentale nel trattamento delle metastasi scheletriche. Soprattutto per quei pazienti oncologici che non possono affrontare interventi chirurgici maggiori. Una tecnica mini-invasiva, sicura e ripetibile, in grado di migliorare significativamente la deambulazione e la qualità della vita, offrendo nuove opportunità terapeutiche in un contesto clinico estremamente delicato.