Nel mese di gugno 2016 si è tenuto negli Stati Uniti, a Boston (MA), il World Conference on Interventional Oncology. Il meeting, a cadenza annuale, tratta di argomenti inerenti la radiologia interventistia in campo oncologico.
Il Dr Pusceddu ha presentato in quella occasione 2 relazioni che riguardavano la prima l’utilizzo di un nuovo ago curvabile STAR (Spine Tumor Ablation System) cioè un sistema altamente innovativo che permette di “navigare” dentro la vertebra e raggiungere lesioni difficili da trattare con i sistemi tradizionali. Il nuovo sistema consente quindi di distruggere le metastasi vertebrali spesso dolorose, a rischio di frattura e che rispodono poco o non rispondono alle terapie classiche (chemiterapia, radioerapia ecc). La successiva cementazione della vertebra consolida il risultato. Per una maggiore conoscenza della metodica si puo visionare la relazione scaricandola dal seguente link.
Il secondo argomento riguardava il trattamento delle metastasi ossee con la termoablazione a microonde su lesioni osteolitiche estese e destruenti con fratture patologiche o lesioni ad elevto rischio di frattura. La termoablazione è seguita nella stessa seduta dall’inserimento di una o più viti cannulate in titanio, di grosso calibro, che permettono di rinforzare l’osso con scomparsa immediata del dolore e ripristino della normale deambulazione. Successivamente, sempre nella stessa seduta si cementa l’osso sede della frattura con iniezione di cemento ortopedico dall’interno della vite.
Ciò comporta una sensibile riduzione del rischio di stravaso indesiderato del cemento in quanto il sistema permette una iniezione selettiva. Il grande vantaggio di questa nuova tecnica, della durata di un’ora circa, è che viene eseguita in anestesia locale, con una lieve sedazione anestesiologica, con incisione della cute di un cm (molto piccola!) e guida radiologica TC-fluoroscopica. Con questo tipo di guida combinata il posizionamento delle viti è molto preciso e possono essere trattate anche lesioni vertebrali o del bacino piuttosto difficili da risolvere con le techiche chirurgiche tradizionali.
La chirurgia tradizionale comporta inoltre un trattamento molto più invasivo, in anestesia generale e con tempi di degenzae di recupero post-operatorio sensibilmente maggiori. Di seguito il che permette di visualizzare la relazione presentata a Boston.