Microonde (MW) osso con vertebroplastica, caso 1

Paziente di anni 60, affetta da carcinoma della mammella operata, presenta una metastasi del corpo di una vertebra lombare (L2) con iniziale frattura della limitante inferiore (fig. 2). La paziente non avverte dolore (VAS 0) ma c’è il rischio di un ulteriore collasso vertebrale.

Si decide collegialmente per una termoablazione con microonde (MW) a livello della lesione vertebrale con lo scopo di distruggere localmente la metastasi, seguita da cementoplastica che ha lo scopo di consolidare la frattura ed impedire la progressione locale del tumore e la frattura patologica.

Si eseguono esami preliminari tra cui TC con ricostruzioni volumetriche (fig 1) e PET-FDG (fig 5) che verrà ripetuta dopo alcuni mesi dalla procedura per verificare la distruzione completa del tumore.

Tecnica:

1) Sotto guida TC si posiziona la cannula da vertebroplastica a livello della lesione litica e successivamente, sfilato il mandrino, si posiziona l’antenna da MW all’interno della cannula facendo attenzione a retrarre la cannula esterna per non generare una ustione cutanea (fig 2). La potenza ed il tempo di erogazione vengono calcolati in base alle dimensioni della lesione (in questo caso sono stati utilizzati 20 watt di potenza per 3 minuti di erogazione). La perfetta conoscenza delle dimensioni massime dalla necrosi ottenuta evita di provocare lesioni alle strutture nervose vicine (corda midollare, radici nervose).

2) Visione fluoroscopica durante il posizionamento dell’antenna da MW nella lesione (fig 3);

3) Terminata la procedura di termoablazione si aspetta qualche minuto e si effettua la vertebroplastica con iniezione del cemento ortopedico (fig 4);

4) Dopo 4 mesi dalla precedente PET-FDG si ripete l’esame che dimostra assenza di attività metabolica della metastasi, comparata con la PET-FDG eseguita prima del trattamento (SUV da 15 circa a 3 circa).

L’assenza dell’attività metabolica indica l’ottenimento della distruzione completa del tumore.